La bonifica, intesa come azione volta a realizzare opere di regimazione idraulica e di distribuzione delle acque, sta assumendo un ulteriore ruolo che impone la progettazione di nuove opere e la ristrutturazione di quelle esistenti. In particolare le acque invasate dovranno essere sempre più destinate, oltre che a scopo irriguo, ad usi idropotabili.
I canali stanno oggi avendo sempre più importanza come corridoi ecologici per la fauna, come elementi di valorizzazione turistica locale, nonché, per quel che riguarda le loro sponde, come percorsi pedonali e ciclabili.
La DIFESA IDRAULICA è la regolazione idraulica dei territori di pianura, protezione dalle acque di monte e scolo delle acque in eccesso, al fine di ridurre il rischio idraulico per gli immobili e salvaguardare l’integrità dell’ambiente attraverso il reticolo e le altre opere di bonifica
In città la difesa idraulica interessa un’area di circa 18 kmq quasi totalmente urbanizzati. Nella zona urbana le acque giungono all’Impianto Idrovoro Finarda (può sollevare fino a 25 mc/sec di acqua) tramite i canali Settentrionale e Rifiuto, mentre nella zona suburbana (Mortizza) le acque confluiscono all’impianto idrovoro Armalunga in grado di sollevare fino a 18 mc/sec d’acqua.
La bonifica a sollevamento meccanico nella fascia costiera del Po interessa i comuni di Sarmato e Caorso. La difesa idraulica di queste zone avviene attraverso gli impianti idrovori di Casino Boschi, Zerbio e Braciforti e consente di eliminare l’acqua piovana in eccesso. Inoltre una fitta rete di canali protegge ulteriormente dagli allagamenti l’intera fascia costiera.
Per irrigazione si intende la provvista, la distribuzione e l’uso razionale delle risorse idriche a prevalente uso irriguo, nonché ad altri fini produttivi e ambientali che comportino la restituzione della risorsa e siano compatibili con le successive utilizzazioni secondo quanto previsto dalle norme vigenti.
La zona irrigua dell’area Tidone si estende dalla diga del Molato sino al fiume Po; e interessa un’area di circa 13.000 ettari.
Il bacino irriguo del Trebbia si estende su 22.757 ettari e si articola in due sub-bacini di superficie quasi uguale: destra 11.013Ha e sinistra 11.744Ha.
La zona irrigua dell’area Val D’Arda si estende dalla diga di Mignano sino al fiume Po.
Il Consorzio di Bonifica di Piacenza ha competenza, nel comprensorio montano/collinare, su una superficie complessiva di circa 1.900 km2 (1.400 km2 montagna e 500 km2 collina) e gestisce direttamente 132 km di viabilità e 51 acquedotti rurali.
Il territorio montano e collinare dell'Appennino piacentino è caratterizzato da una elevata intensità di fenomeni franosi. Le cause principali di questo dissesto sono dovute alla presenza prevalente di rocce a componente argillosa. A questi elementi geolitologici si aggiungono poi le numerose precipitazioni nei periodi primaverili e autunnali.